pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

sabato 21 agosto 2021

IO E TE, COME DIVENTARE GRANDI IN UNO SCANTINATO



Uno dei più intelligenti compiti delle vacanze che un insegnante possa assegnare ai suoi studenti, a mio avviso, è quello di leggere un libro. Non importa la materia di cui il docente impartisca lezioni, perché un libro ti apre la mente e ti permette di affrontare qualsiasi disciplina con un allenamento intellettivo ottimale.

Per evitare che mio figlio si affidasse ai riassunti trovati in rete, oggi ho deciso di leggere uno dei 3 libri scelti dall'elenco fornito dal suo insegnante di letteratura. In tal modo, conoscendone anche io i contenuti, avrei potuto porgli domande precise e verificare che lo avesse effettivamente letto. 

La mia scelta è ricaduta su "Io e te" di Niccolò Ammaniti, edito da Einaudi. Non una novità letteraria, essendo un romanzo breve del 2010 da cui Bernardo Bertolucci ha nel frattempo  tratto un film, ma una piacevole scoperta che mi ha accompagnata per un paio d'ore in un caldo pomeriggio feriale d'agosto.  Si tratta di poco più di 100 pagine, nelle quali si delinea la vicenda di Lorenzo, un adolescente che vive a Roma, in procinto di partire per una settimana bianca con alcuni compagni di scuola. La mattina della partenza il 14enne prega la mamma di non farlo vergognare accompagnandolo sotto casa dell'amica Alessia  che lo ospiterà in montagna; chiede quindi di essere lasciato a un isolato di distanza, per raggiungere a piedi il gruppo di gitanti. La madre, tuttavia, insiste e lui deve impegnarsi a lungo prima di convincerla ad ottenere quanto sperato. Lorenzo è un ragazzo timido, molto introverso, che i genitori hanno affidato ad uno psicologo nel tentativo di aiutarlo ad affrontare il periodo critico della crescita. In realtà Lorenzo non è mai stato invitato a questa vacanza, che i genitori sperano possa contribuire a farlo  socializzare e maturare, sentendosi incluso nel gruppo di coetanei. Ne ha solo sentito parlare da alcuni compagni di scuola: ha mentito alla madre dicendo di essere stato chiamato a parteciparvi, senza prevedere la reazione tanto entusiasta della mamma. Ora non vuole deludere le sue aspettative raccontandole la verità è deve rimediare al caos  che si è venuto a creare. Uscito di casa con zaino, scarponi e sci per giustificare la sua assenza da casa, Lorenzo si nasconderà per una settimana in cantina, munito di viveri e generi di conforto, in primis il cellulare, per affrontare la lunga reclusione solitaria. In realtà, dopo qualche giorno, Lorenzo sarà raggiunto dalla sorellastra maggiore Olivia, con cui condivide lo stesso padre. La ragazza è ancora più problematica di lui, essendo tossicodipendente in crisi d'astinenza. I due, che condividono il legame di sangue paterno, si conosceranno meglio in quei pochi giorni di intima convivenza nello scantinato  che nel corso di molti anni di vita alla luce del giorno. Sarà in quella stanza buia e impolverata, piena di vecchie suppellettili, che abbandoneranno la reciproca diffidenza e impareranno ad essersi vicendevolmente utili, stringendo un patto fraterno di aiuto. Un'esperienza importante, suggellato da una promessa che li farà ritrovare, in un contesto decisamente meno felice, 10 anni dopo in Friuli. Il finale non è lieto, ma non voglio anticiparvi nulla, altrimenti  l'insegnante che vi interrogherà potrebbe  accusarmi di aver suggerito troppo. Come sempre, l'unico consiglio che mi permetto di darvi, se seguite il mio blog alla ricerca di spunti di lettura, è di annoverare questo volume  nella vostra libreria senza timore di restarne delusi. Leggetelo e fatelo leggere ai vostri figli. A volte, per aiutarli a crescere ed aprirsi al mondo che li circonda non servono tante parole o rimproveri gettati al vento, ma sono più utili una serie di capitoli scritti. E affidarsi alle parole di Ammaniti, che sa scrivere di e per i giovani meglio di molti altri, è sempre una garanzia. 

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