pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

lunedì 1 maggio 2023

LUCA ARGENTERO, UN BRAVO ATTORE. MA, COME SCRITTORE, LASCIAMO PERDERE



Vi voglio mettere in guardia.

Sappiate che l'essere un bravo e bell'attore non equivale automaticamente anche ad essere un valido scrittore.

Anzi. Vi dirò di più: io sono convinta che "Disdici tutti i miei impegni" , di Luca Argentero, appena edito da Mondadori, sia stato scritto da un ghostwriter. Perché non posso credere che la mente del  nostro sorridente divo torinese, che ha tanto il volto da brav' uomo e buon padre di famiglia, abbia partorito un romanzo dalla trama insignificante, costantemente intrisa di un pensiero ricorrente, ovvero l'ossessione per il sesso del protagonista. 

Le pagine di questo racconto sono infarcite di continui rimandi alle erezioni del membro di Fabio Resti, imprenditore romano agli arresti domiciliari per questioni finanziarie. Fabio si ritrova spesso con una protuberanza barzotta, per dirla in maniera elegante, nelle sue mutande. Tra le mura della casa dei genitori, Fabio rievoca i fasti delle sue serate  all'insegna di sesso e droga (magari ci avesse aggiunto un po' di rock and roll sarebbe stato più coinvolgente), sogna di possedere Anna, l'attraente vicina di balcone che lo ha stuzzicato dal primo momento che l'ha vista, si masturba nel bagno mentre la madre prepara il pranzo in cucina. 

Per concludere, anche nelle ultime pagine del libro  lo troviamo su una spiaggia solitaria, appoggiato ad una barca  mentre, indovinate un po', gli viene praticato un rapporto orale.   

Il romanzo si conclude con una riflessione del protagonista sul tempo sprecato. Potrei dire lo stesso, perché ho perso un paio d'ore della mia giornata per completarne la lettura, confidando nel fatto che prima o poi avrebbe preso una piega diversa.  Invece no, anche se  mi resta una magra consolazione: ho acquistato il libro  nella versione Kindle, risparmiando circa la metà del prezzo di copertina. Che è comunque ancora tanto rapportato alla qualità del contenuto editoriale. 

Argentero in copertina ci mette la faccia e tre parole, accompagnate dal suo accattivante sottiso, catturano l'attenzione del potenziale lettore: emoziona, scandalizza, diverte. 

Credevo fossero riferite al libro, ma dopo averlo letto garantisco che, personalmente, non  ha suscitato in me nessuna delle tre cose promesse, soprattutto perché mi scandalizzo per ben altro. 

Per esempio, per l'esagerata promozione di un libro che, a mio avviso, non la merita di certo. Men che meno se pubblicato  da una casa editrice di una certa levatura che finora mi aveva  sempre riservato piacevoli sorprese, tutte in senso positivo.

Anziché sullo schermo del Kindle, aspetto Argentero sul grande schermo. Dove si muove a suo agio da anni, senza bisogno di tentare altre strade che, visto l'esordio, secondo me non sono nelle sue corde. 

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