pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

domenica 14 aprile 2024

CUORE NASCOSTO, L'EMPATIA TRA DONNE NARRATA ALLA PERFEZIONE DA UN UOMO


Chiediti sempre cosa ti rende davvero felice. 

È questo il mantra della mia vita, che ho ritrovato anche nelle ultime righe di "Cuore nascosto", splendido romanzo di Ferzan Ozpetek, edito da Mondadori nella collana Strade Blu, che conferma il versatile talento dell'autore, abile sia nel ruolo di regista che di scrittore. 
Non si può non amare questo romanzo, che conquista fin dall'incipit: protagonista è Alice, giovane e timida ragazza siciliana da poco trasferitasi a Roma, impegnata in un provino dinnanzi ad una cinepresa.
La truccatrice, vedendola un po' impacciata, per rassicurarla le suggerisce di parlare come se fosse al cospetto di un'amica, o della madre. E Alice, che con la madre ha un pessimo rapporto, logorato da anni di anaffettività da parte della donna, non si lascia certo pregare. Tira fuori tutta la sua potenzialità interpretativa scavando nel profondo, esplode come un fiume in piena, con un'irruenza animata da una rabbia troppo a lungo repressa, lasciando gli astanti senza fiato dinnanzi ad un monologo che suscita applausi. 
Tutto l'amore che Alice non ha respirato nella sua vita la pervade invece quando, inaspettatamente, a casa sua arriva quella che le viene presentata come la "zia" Irene, benché non le sia legata da alcuna parentela di sangue. Dobbiamo tornare indietro, in Sicilia, nell'estate del 1978. La bambina ha 6 anni e non ha mai sentito parlare di quella donna che, verrà a sapere, vive a Roma, conduce una vita agiata e fa l'artista. 
Tra le due scatta subito un certo feeling: non si sono mai viste  prima, ma si amano immediatamente. 
Adelaide, la madre di Alice, non vede di buon occhio questa improvvisa empatia femminile, ma non si scompone più di tanto, perché Irene è di passaggio, non si fermerà a lungo. Alice e Irene non si incontreranno più, ma si sentiranno telefonicamente a dicembre del 1986, con una lunga chiacchierata nella quale la ragazza, al momento sola in casa, avrà modo di raccontare alla sua interlocutrice dell'ambizione di divenire attrice. 
Coltivare sogni fa sempre bene, ci spinge ad avere un futuro ricco di aspettative. Certo, ci può anche far scontrare con delusioni cocenti, ma nel caso di Alice manifestare i suoi desideri ad Irene avrà un epilogo positivo. 
Quando, dodici anni dopo il loro unico incontro, Alice, ormai maggiorenne, sarà convocata a Roma per ricevere la chiave dell'alloggio della zia Irene, scoprirà che quell'appartamento ha molto da raccontarle. 
Le aprirà una finestra sul passato di quella donna che tanto l'ha affascinata, strappata prematuramente  alla vita da una rapida malattia. 
Alice scoprirà che dietro le vivaci pennellate di colore di Irene si celava una vita di entusiasmo e passione, ma anche di abbandono, dolore, gelosia. Un insieme di emozioni contrastanti, fermate su tela e rinchiuse, insieme ad un cuore spezzato, in una stanza impolverata. 
Come sempre, Ozpetek stupisce, entusiasma, affascina. Fa vibrare le corde emozionali del lettore, alternando passato e presente, illusioni e scoramenti, in un'altalena continua di sentimenti alterni che lascia quasi disorientati. Prima ancora di leggere il finale io lo avevo già immaginato, ma scoprirlo in anticipo non mi ha affatto delusa. 
Del diario che Irene lascerà in eredità ad Alice ho sottolineato un passaggio profondo: "Impara dai miei sbagli, bambina mia, non fidarti mai di nessuno, conserva il tuo cuore intatto, non amare se non vorrai essere tradita. E non esitare a erigere muri e fortezze, se necessario, nel momento in cui la fragile bellezza dei tuoi sentimenti sarà messa in pericolo". 
Non me l'ha mai scritto nessuno, ma anche questo sarebbe potuto essere uno dei fili conduttori della mia esistenza. Questo avvertimento l'ho messo in pratica tardi, dopo alcune delusioni, ma per fortuna ancora in tempo per scegliere quali collocare tra le priorità della mia vita. Una delle tante è ritagliarmi sempre dei momenti da dedicare alla lettura. E quando la scelta ricade su un libro come "Cuore nascosto", non posso far altro che compiacermi del tempo ben investito. 

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