Ci sono libri che sono l'equivalente di una droga.
Creano dipendenza, occhieggiano dal piano dove li hai riposti temporaneamente e sembrano quasi chiamarti a gran voce per farti proseguire la lettura. Non riesci a resistere loro. Quasi ti senti in dovere di giustificarti quando pensi "ne leggo solo un altro paio di pagine" e poi ti ritrovi a notte fonda a voler proseguire, perchè sei stato inghiottito dalla spirale della curiosità che ti avvinghia senza tregua.
"Un animale selvaggio", l'ultima opera di Joël Dicker, edito da La Nave di Teseo, entra a pieno titolo nel novero dei libri che stregano il lettore fin dalle prime righe.
Ho letto 5 dei 7 libri pubblicati dall'autore e tutti mi hanno lasciato un senso di soddisfazione indescrivibile. La sua maestria nel tessere una trama intrigante è indiscussa e i tre premi conquistati tra il 2010 e il 2012 (Prix des écrivains genevois, Grand prix du roman de l'Académie Francaise e Prix Goncourt des Lycéens) sono ampiamente meritati.
Dicker affascina, ammalia, stupisce con colpi di teatro e, caratteristica non troppo comune, non è mai scontato. Pagina dopo pagina la suspense cresce, alimentata dalla scoperta di alcuni segreti che si rivelano poco per volta, quasi fossero centellinati proprio per sedurre il lettore lentamente.
L'autore ha un'abilità descrittiva stupefacente (forse per questo ho parlato di droga nell'esordio di questo post?), tanto che, durante un sopralluogo nel bosco di uno dei protagonisti di questo volume, mi sono talmente immedesimata in lui che mi sembrava quasi di sentire le foglie a terra crepitare sotto i miei passi. Non esagero, in alcune pagine mi sono sentita davvero al fianco di Greg, il poliziotto che abita a pochi passi dalla coppia da cui è ossessionato. Ho temuto venisse colto in flagrante, ucciso o chissà che. Mi stava a cuore la sua incolumità, perché sapevo che mi avrebbe fatto buona compagnia nella ricerca della verità.
Sono quattro i protagonisti principali di questa avvincente opera: i coniugi Braun, Sophie e Arpad, che vivono con i loro due figli in una lussuosa villa di vetro al limitare del bosco ed i loro vicini Greg e Karine, anch'essi con prole al seguito. I Braun sono perfetti: belli, felici, ricchi e innamorati. Greg e la moglie sono meno intriganti: conducono una vita normale, hanno momenti di screzio come accade a tutte le coppie e sono molto incuriositi dall'altra coppia che rasenta la perfezione.
Come spesso accade, tuttavia, nulla è come sembra. Alla soglia dei 40 anni di Sophie, il castello di carta su cui è costruita l'esistenza dei coniugi Braun sta per crollare, rivelando un mondo di menzogne, inganni e tradimenti che sembra ingigantirsi ogni giorno di più.
Cosa nasconde davvero Sophie? Perchè Arpad ha mentito alla moglie? Riuscirà Greg a scrollarsi di dosso l'ossessione per quella vicina talmente affascinante che ha iniziato a spiare ogni volta che gli è possibile? Chi ha commesso una serie di rapine?
Smettetela di farvi domande: leggete il libro ed avrete tutte le risposte che cercate. E soprattutto, vi renderete presto conto che tutto ciò che ai vostri occhi appare perfetto, nasconde in realtà delle sfumature torbide.
Non voglio sbilanciarmi troppo nel rivelare preziosi dettagli, ma vi lascio un indizio. Pensate al fascino della pantera; ammaliante, intrigante, sensuale, ma pronta a gettarsi sulla preda con un agile balzo. Un proverbio africano dice che la pantera ha le sue macchie fuori, l'uomo invece dentro.
Ecco: Dicker, in quest'opera mozzafiato, vi svelerà tutta la sporcizia umana. E quello che vi sembrerà strano, è che sarete felici di esserne messi a conoscenza.
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