Abitualmente mi lascio poco condizionare dai giudizi altrui, preferisco ragionare con la mia testa.
Ma questa volta posso dire che il commento di Luciana Littizzetto in merito al libro "Magari domani resto" di Lorenzo Marone, edito da Feltrinelli, riportato sul retro della copertina, lo condivido in toto, perfino nella punteggiatura.
Nella scelta delle mie letture sono sempre alla ricerca di un libro che mi rapisca completamente, che mi trasporti lontano dalla quotidianità, facendomi sognare.
Non è obbligatorio che mi conduca chissà dove. Se mi permette di affrontare un viaggio virtuale attraverso terre più o meno conosciute meglio ancora, ma già dalle prime pagine di un testo che sto leggendo mi lascio talmente trasportare che sono certa che viaggerò, perlomeno con la fantasia.
Invece l'opera di Marone, di cui avevo già largamente apprezzato "La tentazione di essere felici" tanto da ripropormi di archiviare altri testi del medesimo autore nella mia libreria dopo averli letti, mi ha fatta viaggiare nei Quartieri Spagnoli di Napoli in sella alla vespa della sua protagonista, l'avvocato Luce Di Notte, grintosa ragazza dal carattere un po' spigoloso.
Ma al contempo mi ha anche condotta in un viaggio interiore perchè, pagina dopo pagina, ho scoperto che io e Luce abbiamo molti punti in comune.
Lei è un avvocato, io no, ma è una professione che mi sarebbe piaciuto esercitare.
Me lo dicono spesso che, data la mia sagacia e parlantina, avrei dovuto studiare giurisprudenza (o fare il vigile urbano, forse perchè sono piuttosto inflessibile e ligia alle regole), ma ho sempre pensato che non sarei mai stata in grado di difendere una persona sapendo che si fosse macchiata di qualche colpa.
Già, perchè io sono una paladina dell'onestà e della trasparenza.
Non sopporto i bugiardi, gli ipocriti, i doppiogiochisti. Non riesco a fingere neanche se potrei trarre vantaggio da qualche situazione semplicemente indossando una maschera. E ho la pessima abitudine di dire sempre quello che penso, anche se lo vedo come un pregio e non un difetto.
Ma anche Luce, cui un giorno viene affidata una causa per l'affidamento di un minore, faticherà a compiere fino in fondo il proprio dovere.
Non vi rovino la sorpresa svelandovi troppo di questo romanzo che, a mio avviso, merita di essere letto.
Luce è una donna "cazzuta", una femmina del sud che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dai camorristi.
Mascolina all'apparenza, ma dal grande cuore. Abituata ad arrangiarsi fin da piccina, ora è appena stata lasciata dal suo fidanzato che ha bisogno di chiarirsi le idee sui sentimenti che prova partendo con gli amici per un viaggio in Thailandia.
Luce vive in 35 mq di una casa un po' ammuffita (questo per fortuna è un aspetto che non condivido con lei), ha un cane, Alleria, che lei chiama Cane Superiore, un vicino di casa anziano, don Vittorio, tanto simpatico quanto saggio, un fratello, Antonio, che da anni non si fa sentire, una madre ultra cattolica che ha cresciuto i due figli da sola dopo essere stata abbandonata dal marito e poco propensa a manifestare i suoi sentimenti, un capo, l'avvocato Geronimo, che pur essendo sposato e decisamente più anziano di lei non perde occasione per tentare di sedurla (per fortuna senza successo) e tanta voglia di scappare da tutto e da tutti.
Mentre la storia si dipana, sono molti i termini napoletani che fanno capolino ed altrettanti i personaggi divertenti, tra cui gli strani colleghi con cui Luce condivide il lavoro in ufficio.
Aumentano i personaggi e cresce sempre più la sua voglia di gettarsi alle spalle il passato, per andare incontro ad un futuro che la giovane spera più roseo di quello finora vissuto.
Un'impresa che richiede coraggio, perchè alzarsi in volo per seguire i proprio desideri è più semplice a dirsi che a farsi.
E il coraggio spesso manca, anche a chi si crede cazzuto.
Nelle ultime pagine del libro, viene riproposta la lettera che il papà di Luce scrisse a lei e suo fratello prima di andarsene di casa. "Combattete, non fuggite di fronte ai problemi, che tanto quelli vi seguono ovunque. Non fate come me, che per scappare e non guardare in faccia la verità, aggio rinunciato a vuie, la cosa più bella che mi sia capitata. Non bisogna farsi vincere dalla paura, altrimenti int'a vita nun se combina mai niente. E oggi ti dico, vi dico: non partite solo per fuggire, e non restate solo perchè non avete il coraggio di prendere nuove strade. Siate sempre aperti ai cambiamenti, scegliete un obiettivo e puntatelo, però sappiate che se pò semp' fallì, che ca nisciuno è perfetto E non smettete mai di essere curiosi, pecché 'a curiosità è 'na forma 'e coraggio".
Ma sì, dai, magari non parto e domani resto anche io.
Chè tanto curiosa lo sono di mio, quindi il coraggio non mi manca.
Cercherò di usarlo per compensare quello che chiedo agli altri di usare nei miei confronti ma non sempre ottengo.
E speriamo che il mio coraggio mi serva ad affrontare con un po' di sorriso in più questo mondo che, pur essendo dimagrita negli ultimi mesi, da qualche tempo mi va sempre più stretto.
Sì, davvero, domani resto.
E magari vado in libreria a cercare una nuova opera di Lorenzo Marone.
Ho scoperto che all'appello mi manca ancora "La tristezza ha il sonno leggero". Devo assolutamente completare il trittico.

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