pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

sabato 28 maggio 2022

QUEGLI ABOMINEVOLI PREDATORI IN GIACCA E CRAVATTA

 


Cosa hanno in comune Alberto Genovese, Antonio Di Fazio e Omar Confalonieri? Oltre al fatto di amare la bella vita e i soldi facili, condividono anche un brutto vizio: sono stupratori seriali. Il loro ritratto emerge in tutta la sua crudezza nel libro di Gianluigi Nuzzi “I predatori (tra noi). Soldi, droga, stupri: la deriva barbarica degli italiani”, edito da Rizzoli.

Un volume che ho letto in soli 5 giorni, dopo averlo acquistato venerdì scorso al Salone del libro di Torino.

Non che la storia mi abbia entusiasmata più di tanto: è un approfondito resoconto delle nefandezze compiute da questi uomini così come sono riportate negli atti giudiziari, corredato da interviste esclusive con i protagonisti delle vicende. Il libro racconta di aguzzini che hanno scelto con cura le vittime selezionandole dai loro profili social o tramite conoscenze comuni. Ma letture di questo tipo, per chi supera lo sconvolgimento iniziale, servono ad aprirci gli occhi su una realtà che molti fingono di non voler vedere: viviamo in un mondo bruto e brutale.

Alcune di queste ragazze sono state coraggiose denunciando l'accaduto e hanno permesso di scoperchiare il vaso che conteneva una moltitudine di atrocità. Le vittime hanno nuovamente violato la loro mente nel tentativo di ricordare le violenze e gli abusi perpetrati ai loro corpi, ma chissà quante, invece, non hanno avuto il coraggio di farlo e si porteranno appresso per tutta la vita questo orribile segreto.

Fa impressione leggere i numeri contenuti nella pubblicazione: tanto per fare un esempio, sul cellulare di  Alberto Genovese - che non penso abbia bisogno di troppa pubblicità, ma per chi non lo ricordasse è il proprietario dell'arcinota Terrazza Sentimento - dopo l’arresto verranno rinvenuti 10.739 video e 498.906 immagini girati e scattati mentre perpetrava violenza sessuale sulle sue giovani prede. Ogni giorno, questo carnefice, scattava 359 foto e girava 30 film amatoriali. Incessantemente, ritraendo ragazze anestetizzate con massicce dosi di cocaina e droghe sintetiche, intontite, rese simili a bambole di pezza, annientate per il solo piacere di farlo. Violate, sodomizzate, costrette a pratiche sessuali fuori dall’ordinario per compiacere il loro aguzzino. Il più delle volte le giovani prede, inconsapevoli di quanto fossero protagoniste, si ritrovavano giorni dopo tra le mura di casa loro, senza ricordare nulla di quanto accaduto.

Già, perché queste droghe, alcune delle quali note con il termine di droghe delle stupro, hanno il potere di annullare completamente la memoria di chi le assume, resettandone i ricordi, praticando una pulizia della mente che non lascia tracce. A differenza dei lividi che restavano sul fisico di queste ragazze dopo ogni tipo di prevaricazione fisica.

Non è stata una lettura semplice. Nel mio ruolo di mamma ho pensato spesso ai rischi che mia figlia, le mie nipoti e cugine e le loro amiche possono correre ogni volta che escono di casa. Ma nessuno di noi è al sicuro, perché nel libro Nuzzi racconta anche un episodio, di cui avevo letto in cronaca tempo addietro, di una coppia narcotizzata da un potenziale agente immobiliare (Omar Confalonieri), padre di un bambino piccolo. Conosciuto proprio negli ambienti che ognuno di noi frequenta abitualmente: la scuola materna, i dintorni di casa, il parco giochi. Quanti spiano le nostre abitudini? Quanto – magari troppo – di noi, raccontiamo a perfetti sconosciuti che carpiscono la nostra fiducia con un sorriso accattivante e una gentilezza che ormai ci sembra inusuale?

Leggere questo libro non è morbosità, ma voglia di sapere, per essere informati delle brutture che contraddistinguono la società moderna.

Gianluigi Nuzzi firma la mia copia 

La mia dedica personalizzata

Solo al termine, dopo aver chiuso l’ultima pagina, ho capito la dedica che l’autore mi aveva autografato: "a Norma, con coraggio". Ne ho avuto davvero tanto per proseguire fino alla fine, disgustata, oltre che dai racconti delle atrocità perpetrate a tante adolescenti, dai profili di alcuni dei genitori delle vittime.

Padri e madri che spesso quasi giustificano i predatori e, in nome del dio denaro, si disinteressano di dove siano e cosa stiano facendo le loro ragazze. Che non si sorprendono se le figlie tornano a casa con indumenti e accessori di lusso o che - e questo per me è stato il passaggio peggiore, che vede protagonista la madre di una giovane oggi ventenne - invidiano e sgridano la figlia perchè a quelle feste da lei frequentate vorrebbero partecipare loro, in quanto dentro si sentono ancora super giovani.

Madri che abdicano al loro compito di tutrici protettive e confidenti, senza avere cura di chi, invece, dentro non ha più alcuna vitalità giovanile, bensì il peso di un dolore insuperabile.





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