pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

mercoledì 17 agosto 2022

MOLLY, LA CAMERIERA CHE CI INSEGNA A CONTARE LE FORTUNE

 


Spesso, il nostro concetto di vacanza è legato all’ozio. Per noi donne, in particolare, va a braccetto con il non dover sostenere l’incombenza delle faccende quotidiane. Quando andiamo in hotel, questi compiti vengono svolti dalle cameriere, che si fanno carico della pulizia delle nostre stanze e del loro rassetto. Difficilmente torniamo a casa conoscendo il nome di queste persone. Spesso non le incrociamo nemmeno durante la giornata, perché operano in nostra assenza. E quindi, frequentemente, non sappiamo nemmeno nulla del loro aspetto fisico. Che volto hanno? Di che nazionalità sono? Hanno un viso allegro, sono contente del loro impiego o lavorano sbuffando?


Al contrario, ogni cameriera, sa molto del cliente di cui si occupa. Sa in che condizioni lascia il letto la mattina, quanto è ordinato (brutto ammetterlo, ma alcune persone in vacanza danno davvero il peggio di sé). Addirittura, se sono molto osservatrici, le cameriere si rendono conto delle nostre abitudini e, dopo qualche giorno di permanenza, conoscono l’orario della nostra sveglia, del sonnellino pomeridiano e approfittano della nostra assenza dalla stanza per entrarvi con discrezione e restituircela perfettamente in ordine.

Esattamente come fa Molly, la protagonista di “La cameriera” di Nita Prose, edito da La nave di Teseo, pubblicato ad aprile 2022 e ben presto diventato un best-seller a livello mondiale.

Cameriera ai piani assunta presso il prestigioso Regency Grand Hotel, è stata abbandonata dalla madre ed è cresciuta con la nonna materna. Alla scomparsa della congiunta, Molly si ritrova da sola ad affrontare la vita, che la nonna le ha sempre presentato nella veste più rosea, nel tentativo di proteggerla dalle brutture. Ma la realtà è ben diversa da quello che la giovane si aspetta. Molly non è propriamente quel che si dice una cima: è una ragazza un po’ stramba, che fatica a stringere amicizia, non cura molto il suo aspetto fisico e soprattutto, prende alla lettera tutto ciò che le viene detto. Meticolosa, pignola nelle pulizie, acuta osservatrice, talvolta passa per stupida, ma non lo è affatto. Agli occhi dei suoi colleghi è “tarda” e pochi si schierano dalla sua parte, mentre sono decisamente più numerosi quelli che la deridono. A questi si aggiunga un affittuario di casa antipatico e poco propenso ad aiutare una ragazza in difficoltà economica.

Insomma, Molly è la colpevole perfetta cui addossare le colpe di un omicidio che avviene proprio in una della stanze che lei ha il compito di mettere in ordine. Sarà lei, infatti, a rinvenire in una suite il cadavere di Charles Black, un uomo d’affari milionario, che soggiorna in hotel insieme alla seconda moglie Giselle. Se con la donna la cameriera ha stretto un rapporto di amicizia, altrettanto non si può dire con Charles, che ha modi un po’ brutali e decisamente poco eleganti.

Molly è la prima ad entrare nella stanza del defunto ed allertare i soccorsi. Tocca il morto per verificarne il decesso, contatta la reception per chiedere aiuto: ovvio quindi che le sue impronte vengano ritrovate un po’ ovunque. Un gioco da ragazzi incriminarla, a maggior ragione se la sua strategia difensiva fa acqua da tutte le parti, in particolare proprio perché Molly è talmente sprovveduta da non usare filtri quando risponde alle domande degli inquirenti.

Il libro è un giallo, ma non è avvincente come ci si aspetterebbe dal genere. Leggendolo, a mio avviso, non si è tanto interessati a scoprire il colpevole, quanto a sperare che la cameriera possa essere scagionata. Si prova molta 

tenerezza per questa giovane donna, che evidenzia difficoltà nei rapporti sociali, ma ha un temperamento forte. Incastrata suo malgrado in un evento drammatico, Molly spesso si chiede se le persone che ridono in sua presenza – e di cui lei non riesce a capire perché – lo stiano facendo con lei o di lei, ovvero prendendosene gioco.

Dopo essere stata rinchiusa in cella, Molly verrà “salvata” dal portiere dell’albergo che le metterà a disposizione la difesa di sua figlia Charlotte, avvocato di grido. Troverà l’amicizia ma anche l’amore e soprattutto avrà modo di dimostrare, nell’arringa finale in tribunale, che non è affatto stupida e che aveva raccontato solo una parte di quel che aveva visto. Immancabile, anche in questo caso, nelle ultime pagine, un simpatico colpo di scena che conferma il noto detto “cherchez la femme”.

Dopo aver riscattato la sua figura, Molly tornerà all’abituale impiego in hotel, dove ci sarà ad attenderla anche una promozione. Perché le persone più fragili sono quelle di cui spesso ci si burla in quanto non si uniformano alla maggioranza, ma talvolta sono anche quelle che meritano di più. E, soprattutto sono quelle che, senza cercare l’approvazione altrui, sanno fare tesoro di ciò che posseggono, consapevoli che a volte è vero, i soldi non fanno la felicità. 

La fortuna, perlomeno quella di Molly, non è legata al denaro, ma ad emozioni e sentimenti che, meglio tardi che mai, arriveranno a donarle una gioia senza uguali. E una volta tanto, la pulizia più riuscita non l’avrà fatta tra le pareti di una stanza d’albergo, ma scegliendo bene le persone di cui fidarsi nella vita.

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