pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

martedì 6 settembre 2022

SPATRIATI, PERCHE' FUORI IL MONDO CI SEMBRA PIÙ BELLO



C'è un po' di tutto in "Spatriati", romanzo di Mario Desiati, edito da Einaudi, che ha recentemente vinto il premio Strega. 

Ci sono la gioventù dei due protagonisti, Claudia e Francesco, l'adulterio dei loro genitori, i primi batticuori adolescenziali, le crisi personali, gli orizzonti sessuali (molto ampi, tanto che chi nutre pregiudizi sull'amore tra persone dello stesso sesso è bene si tenga alla larga da questa lettura), la voglia di fuggire all'estero e anche il legame con la terra natale. 

Vincolo, quest'ultimo, che per Francesco è quasi un sacrilegio tagliare, mentre Claudia vuole liberarsene, giacché lo vive come un laccio che le impedisce di godere appieno della propria vita.

Ciò che ho apprezzato maggiormente, in questo romanzo narrativo, è un passaggio che rimanda all'intervista rilasciata da Franz Kafka a un giovane scrittore, nella quale egli afferma che il cuore sia una casa con due camere da letto: quella del dolore e quella della gioia. Se si ride troppo fragorosamente, dice lo scrittore boemo, il dolore si risveglia, mentre se si vive un dolore forte non si danneggia la gioia in quanto essa è sorda. 

Mi piace il confronto tra le due emozioni, ma nutro dei dubbi sul loro mancato contagio reciproco. Io sono dell'idea che la gioia debba davvero esplodere, debba essere lasciata fluire con generosità affinché travolga qualsiasi dolore. La gioia è contagiosa: provate a guardare un bambino che ride con quella spontaneità che solo i piccoli possiedono e ditemi se la sua risata fragorosa non è in grado di darvi sollievo anche mentre state vivendo un dolore acuto. Viceversa, anche il dolore più forte perde intensità se viene condiviso con un vero amico. 

Ecco, da questo libro secondo me trapela forte il senso della vera amicizia e complicità, quella che si crea anche tra sessi diversi. Quella in cui ho sempre creduto (non a caso, infatti, ho sposato quello che era il mio piu caro amico). 

Francesco è innamorato di Claudia fin dal loro primo incontro: un amore inizialmente non corrisposto, perché Claudia ha fame di vita, vuole fare le sue esperienze fuori dall'Italia, appunto "spatriando". Mentre lei parte per dirigersi a Londra e poi a Berlino, Francesco resterà a casa in Puglia, mantenendo con Claudia un contatto esclusivamente  telefonico. 

Tutto questo fino a che lei riuscirà a convincerlo a trascorrere un periodo nella cittadina tedesca, lontano dai campi, dalla terra pugliese e dalla famiglia. In Germania Francesco scoprirà davvero se stesso, per poi far ritorno tra ulivi, masserie e trulli. E proprio con Claudia lo ritroveremo, a fine romanzo, nella vigna italiana dei suoi nonni. Intento a mordere la vita a piccoli bocconi, dopo averne trangugiato la vera essenza in una veste differente, ovvero quella di "Spatriati", cioè margiinali, differenti, che dà il titolo alla pubblicazione.

Un'esperienza che invidio a Claudia, a Francesco e a chi ha avuto il coraggio di viverla, perché è l'unica della mia gioventù che ho il rimpianto di non avere provato. Sono convinta che  mi avrebbe aperto gli occhi sul mondo in cui viviamo, facendomi forse apprezzare maggiormente l'italianità di cui, ormai da troppo tempo, non vado più orgogliosa. 

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