pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

venerdì 9 settembre 2022

RIFLETTERE RENDE CONSAPEVOLI (E TALVOLTA ANCHE ASSASSINI)

"Inspira, espira, uccidi" di Karsten Dusse, edito da Giunti, ha avuto un incredibile successo  nei 13 paesi in cui è stato pubblicato e diverrà presto un film. Già questo basterebbe per indurre gli appassionati di storie poliziesche a leggerlo, se non altro per confrontare la rispondenza dei contenuti del libro alla pellicola.

In realtà, l'esordio letterario di questo autore tedesco merita la lettura perché è l'esempio di come la mindfulness, alla lettera consapevolezza di sé, possa cambiare la vita di ognuno di noi.

Avvocato in uno studio legale, Björn sta attraversando un periodo di crisi con la moglie Kathrine che, nel tentativo di salvare il salvabile, lo spedisce appunto a frequentare un corso di mindfulness.

Sarà proprio questa maggiore consapevolezza a spingere il legale a compiere azioni per lui davvero insolite fino a quel momento... 

Per salvarsi la pelle, Björn non esiterà a uccidere il suo cliente, un pericoloso  narcotrafficante mafioso, ad assumerne il ruolo di capo nascondendo ai suoi sottoposti che in realtà l'uomo sia deceduto e gestire loschi affari mettendo uno contro l'altro i membri delle bande rivali. La mindfulness gli permetterà di superare brillantemente i vari ostacoli che gli si pareranno via via dinnanzi. Dopo il primo morto, Björn ne collezionerà una serie di altri, tutti motivati da una sola necessità: salvarsi la vita. Licenziandosi dallo studio legale nel quale lavora, l'uomo riconquisterà la fiducia della moglie, l'amore per la figlia e prenderà in mano, gestendola meglio, la sua esistenza. 

Il suggerimento della moglie sarà per lui sì foriero di una serie di guai, ma alla fine farà trionfare il benessere, motivandolo a lasciar andare tutto quello che non serve. 

Il libro è avvincente, si legge in fretta anche grazie a capitoli poco lunghi e l'aspetto psicologico sempre in primo piano non riguarda solo il protagonista, ma porta anche il lettore a farsi delle domande sulla propria vita. Non necessariamente spingendolo a diventare un assassino, ma invitandolo a soffermarsi su alcuni quesiti e riflessioni esistenziali. 

Quella che mi ha maggiormente dato da pensare è questa: "la felicità non viene dall'esterno. La sorgente della felicità è dentro di noi. Non ha senso andarla a cercare fuori".

Magari per qualcuno sarà un' ovvietà, ma per molti altri no. 

Nessun commento:

Posta un commento