pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

venerdì 13 gennaio 2023

I BALTIMORE E LA LORO TRAGEDIA CON LA T MAIUSCOLA.




T come Tragedia. Questa parola, scritta proprio così, con la T maiuscola, per far sentire tutto il peso dell'evento nefasto, ricorre  dall'inizio alla fine delle quasi 600 pagine del libro dei Baltimore, edito nella collana Best seller da La nave di Teseo. Ma è solo negli ultimi capitoli che l'autore, lo scrittore svizzero Joël  Dicker, svela cosa si nasconda dietro questo termine. 

Secondo libro della trilogia iniziata nel 2013 con "La verità sul caso Harry Quebert" e proseguita nel 2022 con "Il caso Alaska Sanders", la pubblicazione ripercorre le vicende della dinastia dei Goldman in un ampio arco di tempo. La tragedia avviene il 24 novembre del 2004, ma la trama del romanzo si dipana nell'arco di 23 anni, dal 1989 al 2012. Io  i volumi non li ho letti nella giusta sequenza (ho letto il primo e il terzo e solo in seguito il secondo) ma poco importa, perché, pur non sapendo cosa fosse accaduto alla famiglia Goldman nel frattempo, qualche mese fa ho apprezzato molto anche l'ultimo della serie. 

La voce narrante è sempre quella di  Marcus Goldman,  scrittore di successo che i lettori hanno già avuto modo di conoscere nel caso Harry Quebert. In questa storia Marcus lascia New York e si ritira nella sua nuova casa di Boca Raton per scrivere un libro, stimolato da un simpatico vicino di casa ultrasettantenne. 

Marcus è il cugino di Hillel e Woody, che fino alla Tragedia vivevano  a Baltimore,  con i quali il ragazzo nell'infanzia ha trascorso molti momenti spensierati. Ha sempre invidiato i suoi cugini o, meglio, ha invidiato loro i genitori, lo  zio Saul e la zia Anita, brillante avvocato lui e affascinante medico lei. Prima della Tragedia esistevano due famiglie Goldman: c'erano i Goldman di Baltimore, nucleo familiare benestante che viveva in un quartiere residenziale da ricchi e poi c'erano i Goldman di Montclair, ovvero Marcus e la sua famiglia, appartenenti al ceto medio e sempre sminuiti anche dai nonni paterni. Da una parte successo, lusso e ostentazione; dall'altra modestia e, da parte di Marcus, anche una buona dose di vergogna per lo status sociale di basso profilo. 

Tra i tre cugini, uno dei quali in realtà non è un figlio naturale di Saul e Anita (lo scoprirete leggendo), c'è un rapporto di grande complicità e fratellanza. A metterlo in crisi è lo scompiglio sentimentale causato dall'arrivo nel trio di un'affascinante ragazzina, Alexandra Neville, di due anni più grande dei cugini Goldman. Tutti e tre i ragazzi sono attratti da questa adolescente e, pur promettendosi reciprocamente di non contendersela, nel corso degli anni  infrangeranno segretamente questo patto. 

Tuttavia, non è l'aspetto sentimentale che manda in crisi l'idillio familiare dei Goldman. Sono tanti piccoli segreti, custoditi da molti degli appartenenti all'albero genealogico, a minare la stabilità del nucleo. Quando ormai la famiglia è disgregata, Marcus rimette insieme i vari pezzi della sua esistenza e sceglie di raccontarla in questo libro. 

Il caso vuole che sul lungolago di fronte alla nuova abitazione di Marcus si aggiri un cane, che pare essersi perso. Marcus lo accoglie a casa, intenzionato a riportarlo quanto prima al proprietario. Quando riuscirà a farlo, si troverà davanti una sorpresa. L'animale non appartiene infatti ad una perfetta sconosciuta, bensì è di Alexandra Neville, la "famosa" ragazza che 17 anni prima ha affascinato i tre cugini, nel frattempo divenuta una nota cantante. Questo episodio darà il la ad un incrocio di ricordi e di eventi che si incastrano alla perfezione tra di loro, tenendo vivo l'interesse del lettore. 

Tempo fa ho letto alcune recensioni negative sull'autore. C'è chi ne contesta l'esorbitante successo, affermando  che lo stile di Dicker non abbia nulla di eccezionale. Io, che ne ho finora letti quattro libri (ma mi procurerò a breve anche gli altri) non sono mai rimasta delusa. Anzi, trovo che Dicker abbia una fluidità di scrittura incredibile. Ogni volta penso che ci metterò del tempo prima di aver chiuso l'ultima pagina, perchè sono tutti di un certo spessore nel vero senso della parola, avendo all'incirca 600 pagine cadauno. Invece, mi stupisco di arrivare al termine della lettura al massimo in una settimana, perchè man mano che la trama prosegue diventa sempre più avvincente, mai scontata e mi invoglia a resistere alle lusinghe di Morfeo (abitualmente leggo di sera) anche quando la palpebra sta calando e l'ora si fa tarda.

Marcus Goldman dice che scrive perchè i libri sono più forti della vita e sono la più bella delle rivincite, nonché i testimoni dell'inviolabile muraglia della nostra mente. La sua ispirazione per il libro è partita da una foto che lo ritraeva insieme ai cugini e ad Alexandra, ritrovata a casa dello zio Saul due anni prima. Non so se Joël Dicker scriva per dare voce a Marcus Goldman, a tutti i personaggi che gli frullano per la testa, per dare sfogo ai suoi pensieri o per chissà quale altro motivo. 

Quello che so è che la stesura del libro dei Baltimore si chiude nel giorno del Thanksgiving, ovvero il giorno del ringraziamento, che negli Usa si celebra il quarto giovedì di novembre. 

Il mio giorno del ringraziamento, invece, non ha un periodo fisso. Lo celebro ogni volta che ho tra le mani un libro che ritengo valga la pena leggere. E quelli di Joël Dicker, per quanto mi riguarda, mi hanno già condotta al poker, avendomelo finora fatto festeggiare 4 volte.  

Nessun commento:

Posta un commento