pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

domenica 15 gennaio 2023

QUELLO SCATOLONE DEI RICORDI DI CARLO VERDONE, GENEROSAMENTE APERTO PER NOI

 


Lo sapete che in una delle stanze dell'Hotel Fiorina di via Pietro Micca a Torino, alla fine degli anni '70 alloggiò un giovane Carlo Verdone convocato per 3 mesi dalla Rai per le riprese di No Stop? Fu lì che decollò la sua carriera, come gli aveva pronosticato il nostrano Bruno Gambarotta dopo averlo visto in scena. E non vi pare strano che lo stesso giovane si sia innamorato, ai tempi dell'Università, di una giovane, di nome Maria, che praticava il mestiere più antico del mondo, pur senza mai esserne stato cliente? 

Di aneddoti di questo tipo, di curiosità fino a quel momento sconosciute è zeppo "La carezza della memoria", a firma di Carlo Verdone, edito da Bompiani. Dobbiamo dire grazie al lockdown del 2020 dovuto alla pandemia da Covid,  che ci ha confinati tra le mura domestiche, se il celebre attore e regista romano ha deciso di condividere con noi lettori un patrimonio di ricordi di cui mai, diversamente, avremmo avuto notizia.

In una Roma insolitamente silenziosa, Verdone ha compiuto un gesto che molti di noi hanno fatto per far trascorrere il tempo. Si è dedicato al riordino. Ha messo a posto le foto ed i ricordi racchiusi in uno scatolone che aveva dimenticato in cima ad un armadio. Ha catalogato, rivangando nel passato, immagini e documenti di cui ha comunque mantenuto memoria. 

Non ha lasciato che la nostalgia li trasformasse in rimpianto del tempo perduto. No, ha restituito loro l'importanza che avevano nel momento in cui quelle fotografie erano state scattate e quelle lettere erano state scritte. 

"In questo scatolone - scrive nelle prime pagine del volume - ci sono le tracce di un'esistenza vissuta pienamente, nel bene e nel male. Mi pare di aver trovato una sorta di antidoto, una risposta al bisogno di tornare a un presente sereno attraverso la contemplazione del passato. Dentro di me riaffiorano tanti pensieri che sembrano rivestire quegli scatti e quegli oggetti di una nuova brillantezza cromatica. Di un nuovo, vivido colore. Il colore dei ricordi".

Verdone in questo libro esprime tutta la sua intelligenza, ma denota anche il suo spessore umano. Non è un artista di quelli che se la tirano, è rimasto umile nonostante la notorietà conquistata e ben lo dimostra il capitolo che a mio avviso è il più commovente del libro, intitolato "la Signora Stella". Leggendo questo libro si riflette, magari ci si incupisce un poco, ma, soprattutto, si ride. E si ride anche parecchio, pur comprendendo al tempo stesso come la fama sia spesso in grado di logorare le persone. Noi comuni mortali possiamo gestire i nostri alti e bassi senza dover rendere conto a tante persone, se non ai familiari ed agli amici più stretti. 

Un attore comico, invece, ha il compito di far ridere gli altri. E deve farlo anche quando non ne ha voglia perchè è angosciato, sopraffatto dalla sconforto, quando non se la sente perché calcare le assi di un palcoscenico per la prima volta gli scatena l'ansia. Non è un lavoro facile, anche se a noi non sembra.

Nelle sue interpretazioni Verdone si è spesso ispirato alla vita reale. Così, nel libro, non mancano i rimandi ad alcune figure piuttosto "buzzurre", diciamolo pure, che nella trasposizione scenica sono poi diventate suoi cavalli di battaglia.

Non ho visto  tutti i  film di Verdone, ma quelli che ho visionato li ho trovati simpatici. La carezza della memoria, invece, è il primo suo libro che leggo (ho scoperto che ne ha scritto anche un altro) e, rifacendomi ai titoli di due sue note pellicole, posso dire che sia davvero "Un sacco bello" e anche che Verdone, indipendentemente che si cimenti come attore, cabarettista, regista o scrittore, meriti un giudizio positivo, perchè è sempre "Troppo forte". 

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