pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

giovedì 13 aprile 2023

CINQUE NUMERI E LA CURIOSITA' DI UN BAMBINO. LO SPUNTO PER IL NUOVO LIBRO DI MARIO CALABRESI

Joshua e Andra in un'immagine di anni fa (fonte neswletter Altre Storie di Mario Calabresi)

Mario Calabresi ha appena pubblicato "Sarò la tua memoria", edito da Mondadori, che è il primo (spero vivamente  non l'ultimo) volume per ragazzi. Io non sono più da tempo una ragazza, ma l'ho acquistato fiduciosa perchè - avendone letto l'anticipo sulla newsletter settimanale dell'autore - ancor prima di iniziarlo sapevo che ne avrei apprezzato il contenuto. Infatti, come sempre accade quando un libro porta la sua firma, Calabresi per l'ennesima volta mi ha impressionata favorevolmente.

Consiglierei a qualsiasi insegnante delle scuole superiori di approfondirne la lettura in classe: la pubblicazione ci sbatte in faccia con ferocia e senza filtri le brutture del fascismo e gli orrori dell’Olocausto, ma al tempo stesso è un'indubbia testimonianza dell'importanza della memoria. Soprattutto ora che i protagonisti di quei tragici eventi del nostro passato ci stanno a poco a poco lasciando a causa dell'anagrafe inclemente.

La storia di questo volume si regge su un meraviglioso messaggio d’amore che unisce i  rappresentanti di due generazioni diverse. Il dialogo tra Joshua e Andra, nonna e nipote, ci racconta come la vita non sia solo gioia e leggerezza. Al contrario, è la prova di come anche  l'esistenza di un innocente bambino possa essere  segnata da un viaggio nello sconforto e nel dolore. 

Andra è la nonna materna di Joshua. Il piccolo vive in California con la madre italiana ed il padre americano ma, a soli 4 anni, sorvola l'Oceano Atlantico diretto a Padova, dove resterà tutta l'estate per permettere alla mamma di lavorare temporaneamente a Roma. Una mattina, poco prima di fare colazione, Joshua scorge una sequenza di numeri tatuati sull'avambraccio sinistro della nonna. Il bimbo ha soli 4 anni, non sa leggere e le chiede cosa significhi quella raffigurazione. Joshua ha la stessa età che la  donna aveva quando quelle cifre le furono incise sulla pelle, ma lei ritiene sia troppo piccolo per spiegargliene il significato. 

Gli risponde solo che quei numeri  le sono stati disegnati sul braccio il 04 aprile del 1944 e che, un giorno, gli racconterà quanto è successo. "Devi sapere che è accaduto perchè noi siamo ebrei e ci sono momenti della Storia in cui esserlo è una colpa". Quasi fosse una fiaba a puntate, Andra decide che, un pezzo alla volta, nel corso degli anni troverà le parole giuste per spiegare a quel nipote così curioso la sua storia di salvezza. 

Nella seconda estate di Joshua in Italia sarà una foto appesa al muro della camera da letto della nonna ad incuriosire il bambino. L'immagine immortala due sorelle, ognuna con indosso un cappottino grigio. Quelle due bambine, ferme alla stazione ferroviaria di Londra nel dicembre 1946, hanno alle spalle due anni di violenza indicibile, ma sono prossime a ritrovare la serenità rientrando in Italia. Sembrano gemelle, ma non lo sono. Hanno due anni di differenza e ormai non sono più in grado di parlare la loro lingua madre, l'italiano. Lo hanno dimenticato, ma si esprimono in tedesco, ceco e inglese. Per fortuna anche durante la prigionia, seppur separate dai genitori e dal cuginetto Sergio, sono sempre state insieme. Forse proprio il fatto di sembrare gemelle le ha salvate: il dr Mengele aveva la fissa per i gemelli, su molti dei quali effettuava esperimenti, preservandoli dalle camere a gas.  Dei 232 mila bambini entrati ad Auschwitz, ne sopravviveranno non più di cinquanta, tra cui Andra e la sorella Tatiana. 

Una volta venuto a conoscenza della triste storia di Andra, complice un progetto scolastico Joshua deciderà di calarsi nei panni della nonna bambina. Trascorrerà quindi la settimana prima di Natale nel garage di casa,  privato della compagnia degli amici, degli affetti familiari, di pasti adeguati, della doccia quotidiana e di abiti puliti. Lavorerà tutto il giorno, sistemando il giardino di casa e dei vicini. Proverà il freddo, la fame, gli stenti, la solitudine. Al termine della settimana, Joshua avrà perso 5 kg e mezzo, ma avrà trovato la consapevolezza di quanto sia importante continuare a raccontare cosa sia successo a tutti i deportati e di quante ricchezze sia piena la sua vita. Oggi ha 28 anni, è un uomo adulto e indubbiamente anche i racconti della nonna, ancora in vita, hanno contribuito a formarlo caratterialmente. 

Andra gli ha passato il testimone e Joshua non intende cederlo. Le ha promesso che lui sarà sempre la sua memoria, anche quando lei non sarà più in vita. Vivono entrambi a Sacramento, in California e proseguono a chiacchierare senza fine. 

Mario Calabresi ha conosciuto dapprima la nonna in occasione della visita al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, ma ascoltando il suo racconto ha poi voluto incontrare anche il nipote. Ha fermato su carta la loro storia e con il suo libro ha presentato Andra e Joshua anche a noi. In meno di 200 pagine l'autore ci ha magistralmente spiegato l'importanza di continuare a raccontare questa storia. 

La vicenda è triste, decisamente cruenta ma deve continuare a fare tanto rumore. Solo condividendola senza mai dimenticarla si potranno scuotere le coscienze e stringere il cuore di chi la ascolta. Così facendo si potrà anche dimostrare come la distanza generazionale possa essere colmata; talvolta, per ridurre notevolmente lo spazio che separa i giovani dagli anziani, è sufficiente ricorrere ad un carico di amore. 

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