pentola a pressione

Ho scelto questo nome per due ragioni: 1) la pentola a pressione dimezza i tempi di cottura. In un mondo che va di fretta risparmiare il 50 per cento è un indubbio vantaggio di partenza; 2) avevo una sola altra alternativa, ovvero chiamare il mio blog valvola di sfogo. Mi serviva un posto dove riversare i miei pensieri velenosi. Lanciare parole nel web anziché frecciate assassine a chi mi sta accanto può essere la valida soluzione per scongiurare l'esaurimento nervoso, condividendo malumori quasi quotidiani, sporadiche euforie ed anche qualche brontolio sommesso che, appunto, mi rende simile ad una pentola a pressione che necessita di "sfiatare".

sabato 7 ottobre 2023

LA FORMULA MORTALE, MA DI SUCCESSO, DI FRANCOIS MORLUPI


Non avrei mai conosciuto Francois Morlupi se non fossi stata chiamata, insieme a lui, a far parte della giuria del festival Giaveno Gialla dedicato - lo dice il nome stesso - ai racconti a sfondo crime.

Un incontro fortunato, quello con l'autore italo-francese, che mi ha permesso di trascorrere una piacevole serata e  tornare a casa con una copia autografata del suo primo giallo, rivisto nella primavera 2023 rispetto alla pubblicazione originale del 2018, ma finito tra le mie mani per la prima volta.

Ho amato Formule mortali, edito da Salani, fin dalle prime pagine, per varie ragioni: in primis per la capacità dell'autore di tenere il lettore sempre sulle spine, invogliandolo alla lettura pagina dopo pagina, alternando dettagli tipici delle indagini delle forze dell'ordine a risvolti umani dei protagonisti della vicenda.

Tutto ha inizio dal ritrovamento di una mano mozzata  ad opera di un anziano che, in un torrido giorno estivo si addentra a passeggiare in un parco del quartiere Monteverde di Roma. A breve distanza, altri arti amputati della vittima verranno rinvenuti sul terreno, dove sono stati disposti per riprodurre, in una sorta di macabro disegno, una nota formula fisica. La trama è ben costruita, i personaggi della squadra investigativa sono molto differenti tra loro, ma il commissario Ansaldi riesce a radunarli intorno a se stesso spronando ognuno di loro, ciascuno con le proprie peculiarità, a dare il massimo per risolvere i casi che via via tingono di sangue la città di Roma.

Il macabro rinvenimento è il primo di una serie di efferati delitti, che si lasciano appresso una scia di terrore.  La morte è una sorta di liberazione per le vittime, che vengono torturate sadicamente. Un particolare le accomuna: sono tutti docenti, anche se di materie diverse. Sembra quasi che l'assassino (o gli assassini) le sbeffeggino, lasciando vicino ai loro cadaveri torturati una sorta di firma che ha a che vedere con la materia che insegnavano quando erano in vita. Ansaldi non è un eroe: ne apprendiamo la fragilità quando sprofonda nell'ansia ed è vittima di attacchi di panico. Per il suo bene fisico non dovrebbe occuparsi di casi simili, ma accantona le preoccupazioni per la sua salute perchè ha uno spiccato senso del dovere che antepone a tutto. Insieme ai suoi 4 fidi agenti, profondamente diversi tra di loro ma uniti oltre l'inverosimile quando si tratta di fare squadra, batte ogni angolo della capitale - e si spinge infine fino alla Corsica - nel tentativo di dipanare l'intricata  matassa.

Il lieto fine in questo libro c'è, perchè il caso sarà risolto. Ma la tragedia lascerà il segno tra i 5 di Monteverde. Morlupi ha vinto numerosi riconoscimenti, oltre al premio Scerbanenco assegnatogli per due anni consecutivi dalla platea di lettori. Anche voi, dopo aver letto questo libro capirete perchè così tante persone l'abbiano acclamato, 

Io non credo sia il caso di commentare ulteriormente l'eccezionalità di questo giallo, che il Corriere della Sera ha definito noir di intrattenimento atipico e brillante. Ma ritengo azzeccatissimo il consiglio del Messaggero, scritto sulla quarta di copertina: "Se cercate un buon giallo, eccolo!". 

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