Fino a qualche settimana fa, non avevo mai letto un libro di Giorgio Faletti.
Non so perché: eppure avevo sentito parlare a lungo del suo primo successo editoriale, intitolato “Io uccido”, inserito a pieno titolo nei best sellers, data la vendita di oltre 5 milioni di copie.
Mi ero ripromessa di acquistarlo. Poi, infatuata da altre centinaia di titoli accattivanti pubblicati nel frattempo, l’avevo relegato nella lista dei desideri senza darci più di tanto peso.
Sono passati oltre 20 anni dalla sua prima edizione, risalente al 2002 per Baldini & Castoldi e soltanto recentemente mi sono lasciata conquistare da questo fantastico thriller noir, complice anche il fatto che mia cugina ne custodisse una copia nella sua libreria.
Ambientato nel Principato di Monaco, “Io uccido” vede un incredibile dispiego di forze dell’ordine, impegnate a dare la caccia ad un sanguinario assassino. Un killer che si prende beffa di loro disseminando indizi preceduti, ad ogni omicidio, da una telefonata delirante in diretta a Jean-Loup Verdier, conduttore di una popolare trasmissione di Radio Monte Carlo.
Il primo annuncio suona quasi come uno scherzo. Tuttavia, l’indomani, su una barca vengono rinvenuti i primi due cadaveri: si tratta di un pilota campione di Formula 1 e della sua compagna, una campionessa di scacchi. Tutti e due sono stati assassinati e i loro volti sono stati asportati, quali macabri trofei dell’avvenuto scempio.
Indagano sull’accaduto l’agente speciale dell’FBI Frank Ottobre, temporaneamente in congedo dopo il suicidio della moglie e il commissario di Polizia Nicolas Hulot. Insieme a loro, un team di uomini in divisa supportati da un ragazzo autistico, Pierrot, mascotte della radio dotato di un’incredibile memoria musicale. Questo suo talento si rivelerà molto utile per dipanare la matassa, fornendo preziose indicazioni interpretative per quanto concerne gli indizi che volutamente l’assassino fornisce in radio.
Sembra quasi che l’omicida voglia essere fermato, ma acciuffarlo non è così semplice.
Soprattutto, la trama è costruita quasi si trattasse di una sorta di scatola cinese: ogni porta che si apre presenta al lettore un panorama differente. Vengono aggiunti personaggi, le ambientazioni degli omicidi sono diverse e, man mano che cresce la suspence, aumenta anche il tifo del lettore affinché Frank Ottobre riesca a individuare il colpevole.
A complicare la vicenda, che getta nel panico un luogo dove fino a quel momento non era mai successo nulla di tanto atroce, è il fatto che le vittime non abbiano prerogative comuni fra di loro. Mentre le indagini proseguono, il numero dei delitti aumenta, così come la pressione nei confronti di Frank Ottobre.
Riuscirà il nostro eroe a individuare il colpevole? Lo scopriremo quasi 700 pagine e numerosi altri omicidi dopo, ma l’entusiasmo per la risoluzione del caso e lo stupore nell’apprendere l’identità dell’omicida confermeranno la spettacolare vena narrativa di Faletti.
Non sempre la top ten del panorama letterario incontra i miei gusti. In questo caso, addirittura, ci sono voluti oltre 20 anni prima che potessi confermare che il numero di copie del libro vendute fosse la testimonianza di un vero talento letterario.
Come ho già detto altre volte, i libri non hanno scadenza e “Io uccido” ne è la prova.
Confesso che ora sono curiosa di leggere altri titoli dello stesso autore, magari senza attendere troppo a lungo. Devo infatti verificare se al compianto Faletti calzassero a pennello sia il noto “giumbotto” del Drive In, che il premio riconosciuto dalla critica a Sanremo 1994 (dove giunse secondo con la canzone Signor Tenente) ma anche gli applausi di un incredibile numero di lettori.
Sugli altri titoli non posso ancora esprimermi, ma di certo posso affermare che “Io uccido” li meriti tutti.
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